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Gravidanza e scelta del nome del nascituro

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Navigando su facebook, mi imbatto sull'aggiornamento di stato di un'amica in attesa. Si chiedeva come sarà il bambino, o la bambina e quale nome sarebbe stato più opportuno. Scegliere un nome molto prima della nascita ha una valenza decisamente importante, tende a personificare il feto. Dal mo...

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Navigando su facebook, mi imbatto sull’aggiornamento di stato di un’amica in attesa. Si chiedeva come sarà il bambino, o la bambina e quale nome sarebbe stato più opportuno. Scegliere un nome molto prima della nascita ha una valenza decisamente importante, tende a personificare il feto. Dal momento della scelta ci si rivolgerà al bambino o alla bambina col nome prescelto e ciò lo farà entrare a tutti gli effetti nella rosa familiare. In più contribuirà a rafforzare il legame tra la madre e il bambino, tra il padre e il bambino, e se c’è tra il nascituro e il fratello o sorella maggiore. Dunque la fatidica domanda: che nome scegliere? Non può essere di certo una scelta lasciata al caso, il nostro nome di precederà sempre e sarà la nostra etichetta distintiva. E’ importante perciò sceglierlo accuratamente, soprattutto badando all’assonanza col cognome e al suo significato.

Per ciò che riguarda il significato dei nomi ho una mia teoria. Il nome che sceglierai per tuo figlio caratterizzerà il suo modo di essere e di porsi nel mondo, per tutta la vita. Vi faccio un semplice esempio, io mi chiamo Paola. Innanzitutto vi dico che magari è il caso di scegliere un nome che non sia troppo frequente, è alquanto fastidioso entrare in un gruppo o in un posto e girarsi continuamente sentendo il proprio nome, quando poi in realtà no si sa cercando di richiamare la vostra attenzione, ma quella del vostro omonimo. E lo stesso vale per strada, senti chiamare il tuo nome e ti giri istintivamente, ma poi si tratta di qualcuno che parla a l telefono o conversa amabilmente con chi gli sta vicino. Detto questo, torniamo al significato del nome Paola: nome molto antico, la cui radice vuol dire “poco grande”. Soltanto ora, leggendo sul web, scopro che esiste una Santa Paola che si festeggia il 26 gennaio, matrona romana…vedova tra l’altro, va be’, stendiamo un velo pietoso 🙂

La storia che ricordo io è quella, invece, di San Paolo, al secolo Saul, un guerriero spietato persecutore dei cristiani, che si convertì al Cristianesimo e scelse il nome Paolo come esempio di modestia cristiana.

In effetti, tutto si può dire dei “paoli” e delle “paole”, tranne che siano altezzosi e rigonfi di sé, almeno di quelli che ho avuto modo di conoscere. In definitiva, Paolo come significato è associato a piccolo di statura e anche qui, non conosco paoli o paole bassissime, ma nemmeno giganti.

Ah, vi prego altro elemento essenziale, come si può notare dal mio nome e cognome: occhio alle iniziali. Al di là della sigla delle mie, decisamente di cattivo gusto, tanto più se considerate le buone intenzioni di mia madre. Sapeva dell’esistenza di un’attrice, tale Paola Pitti, e le piaceva ricalcare l’assonanza. In più, seconda buona azione (inconsapevolmente devastante per il mio ingresso nel mondo allargato), mia madre sapeva che fregiare i proprio figlio di iniziali doppie del nome e del cognome lo avrebbe reso visibile per la via del successo. Cioè, se dai a tuo figlio la stessa iniziale del nome e del cognome lo doti di un talismano portafortuna per la via del successo. Ancora al momento non ho potuto verificare se il talismano P.P. funzioni. Certo è che pronunciata così, fa tutt’altro che l’effetto di una persona famosa, per ciò che vale.

Sempre per esperienza personale, vi dico di pensare attentamente a tutti i possibili nomignoli, diminutivi e dispregiativi vari che si possono ricavare dal nome scelto. Ok, il mio diminutivo è anche carino, ma ho odiato profondamente, almeno nell’infanzia e nell’adolescenza, chiunque abbia deciso dopo avermi vista mezza volta di chiamarmi Paoletta: odio e devastazioni interne profondissime! A mio avviso, il diminutivo in tono affettuoso è accettabile solo da chi ti conosce e nutre affetto e stima per te, perciò a chiunque mi conosca appena: vi prego, evitate di chiamarmi Paoletta, ché ho tent’anni, dovrei essere Paolona ormai!

Stendiamo poi un velo pietoso su chi, per la stessa regola di cui sopra, decide deliberatamente di chiamarmi Paolina. Paolina? Ma ve la ricordate Paolina Bonaparte e la sua reputazione? Non aggiungo altro. In più, Paolina è veramente orrendo da sentire! E ancora: come è possibile che da un nome di sole cinque lettere si estrapoli un diminutivo che è più lungo del nome stesso???

Ecco, un po’ di esperienza di vita personale per farvi capire l’importanza del nome. Un nome scelto con impegno, dedizione e amore, a che purtroppo non ci scegliamo noi. A tutte le persone che da piccola mi chiamano paoletta, pavoletta chi addirittura non riusciva a pronunciarlo, paolina o addirittura paolettina, io rispondevo che avrei tanto voluto chiamarmi Ilaria, versione italianizzata dell’eroina ginnasta artistica del mio cartone preferito. Oggi posso dire che sono contenta di chiamarmi così e sono contenta anche della doppia iniziale…nonostante quello che, devo dire raramente (le persone difficilmente fanno caso alle singole iniziali), comporti e sento di vestire a pieno il significato di piccolo e delicato che il nome che porta rappresenta.

Scegliete con cura il nome di vostro figlio, ripetetelo spesso mentalmente, scrivetelo più volte, nominatelo insieme al vostro compagno, dando vita a un desiderio e un’immagine di un essere umano che mentalmente e fisicamente si materializzerà dentro di voi.

Io ho un paio di nomi preferiti, Rebecca (portatrice di conoscenza) e Eleonora (cresciuta nella luce) e in più i diminutivi mi sembrano di tutto rispetto. Un’altra cosa che a me piacerebbe molto è che tutti i miei figli semmai ne dovessi avere, avessero le stesse iniziali tra loro e le stesse del padre. Poi, fate voi 😉 L’importante è amarlo e fare in modo che lo senta sempre e comunque 😉